IL TEAM
IL PROGETTO “PELATO IN RETE”
La blockchain per valorizzare il pomodoro pelato del Tavoliere
La Fondazione Felice Chirò ha realizzato la prima blockchain italiana applicata alla produzione del pomodoro pelato, associando le imprese foggiane maggiormente attente all’etica, all’innovazione tecnologica e al prodotto di eccellenza del territorio del Tavoliere.
Questa iniziativa conferma la missione che la Fondazione si è posta nello Statuto: la valorizzazione culturale ed economica del territorio in cui opera, attraverso lo svolgimento di attività di ricerca scientifica e tecnologica, con procedure e norme etiche.
L’immutabilità e la trasparenza che caratterizzano la blockchain consentono di salvaguardare l’origine del “prodotto pomodoro”, certificandone qualità, provenienza ed eticità del processo produttivo.
Nel registrare in modo indelebile, sequenziale e condivisibile ogni passaggio del prodotto, la tecnologia blockchain della Fondazione Felice Chirò farà da filtro tra il vero «Made in Italy» e il falso.
I pilastri del progetto “PELATO IN RETE”
Il progetto “PELATO IN RETE” poggia su:
- “Non c’è blockchain senza rete di imprese e non c’è rete di imprese senza blockchain”. Il progetto “Pelato in rete” coniuga due elementi fondanti: la FIDUCIA, alla base della tecnologia blockchain, e l’AGIRE COMUNE, proprio della rete di imprese dei nove Produttori del Foggiano e dell’azienda di trasformazione Assopaf.
- La tecnologia blockchain è in grado di garantire e certificare l’eticità della produzione del pomodoro pelato, valorizzando in tal modo il rispetto dell’ambiente e il valore socialmente responsabile della qualità di vita degli agricoltori, dei dipendenti e dei consumatori nel loro insieme.
- La digitalizzazione della filiera del pomodoro pelato, così da permettere l’incremento della tracciabilità, il miglior posizionamento nei mercati, il contrasto al fenomeno dell’ “Italian sounding”.
Al fine di meglio implementare questi obiettivi, la Fondazione Felice Chirò mette a disposizione dei produttori della rete e dei consumatori finali i seguenti strumenti:
- il quaderno di campagna elettronico
- la prima APP in grado di migliorare e rendere più efficiente la gestione dei quaderni di campagna
- il sito pelatoinrete.it per mezzo del quale il consumatore finale potrà monitorare e tracciare il processo di produzione del pomodoro pelato, certificato con la tecnologia blockchain
- il QR code sulle confezioni di pomodori pelati inscatolati dall’azienda Assopaf.
I protagonisti del progetto “Pelato in rete”
A fondamento del progetto c’è la convinzione che “non ci possa essere blockchain senza una rete di imprese e non si possa realizzare una rete di imprese senza blockchain”.
Da questo principio nasce il contratto di rete di imprese denominato “Pelato in rete”, che è stato stipulato da 7 imprese agricole pionieristiche. A riguardo, la Fondazione Felice Chirò svolge le funzioni di Organo Comune per la promozione e il coordinamento dell’intera aggregazione.
Tutti i produttori operano nella provincia di Foggia. L’elemento identitario del territorio caratterizza tanto gli operatori dediti alla coltivazione e alla produzione del pomodoro, quanto la Fondazione che persegue scopi di sviluppo ben definiti.
I produttori e l’azienda trasformatrice Assopaf, aderenti al progetto “Pelato in rete”, hanno deciso di collaborare e intraprendere un percorso fortemente innovativo, al fine di sviluppare e implementare nuove pratiche agricole, nuovi processi e tecnologie.
La piattaforma blockchain della Fondazione Felice Chirò è messa a disposizione dei produttori retisti e dell’impresa trasformatrice Assopaf, i quali la utilizzano per documentare e certificare l’intera storia della produzione del pomodoro pelato.
In tal modo, tutti i protagonisti della filiera garantiscono trasparenza, conoscibilità e attendibilità dei dati relativi al ciclo produttivo (dal trapianto alla raccolta dei frutti) fino al processo di trasformazione e alla distribuzione del prodotto confezionato.
Come funziona la blockchain della Fondazione Felice Chirò
La blockchain è un paradigma che consente, in assenza di un ente centrale, di ottenere la certificazione con strumenti informatici dell’effettuazione di “transazioni”, utilizzando un registro del consenso distribuito peer-to-peer, fatto di blocchi di dati concatenati tra loro, che memorizzano transazioni in ordine cronologico ed in maniera immutabile.
Si tratta quindi di una sorta di registro delle transazioni, dove tutti i dati non sono memorizzati su un solo computer, bensì in maniera identica su più server decentralizzati e collegati tra loro. La presenza di più terminali (chiamati nodi) permette agli stessi di vedere, controllare e approvare tutte le transazioni, creando così una “rete tra pari” che condivide su ciascun nodo l’archivio di tutta la blockchain e dunque di tutti i blocchi con tutte le transazioni.
In blockchain, che utilizza un sistema di crittografia asimmetrica per garantire la sicurezza dei dati, ogni blocco include l’hash, vale a dire una stringa di numeri e lettere. Essa identifica il blocco in modo univoco e permette il collegamento con il blocco precedente tramite identificazione di quest’ultimo.
Consultando il sito www.pelatoinrete.it oppure scansionando il QR code sulla confezioni di pelati, l’utente o il consumatore finale può venire a conoscenza di informazioni certificate. Ad esempio: chi è il produttore, la localizzazione del campo dove il pomodoro è coltivato, la tipologia di pomodoro coltivata, la data del trapianto, la data dell’ingrossamento del frutto, la data della raccolta.
La blockchain applicata al settore Agrifood
L’applicazione della blockchain al settore agroalimentare permette di registrare e tracciare passo dopo passo la storia di ogni prodotto agricolo, come il pomodoro: dal trapianto nei campi alla lavorazione nelle aziende agricole, fino allo stoccaggio del prodotto nei punti vendita. Tutto ciò con il fine di garantire al consumatore un prodotto certificato e di qualità.
Oltre al vantaggio di “certificare” la filiera, questa tecnologia consente l’acquisizione di migliaia di dati correttamente gestiti, che entrano così a far parte degli asset positivi delle aziende. Ne consegue che la blockchain costituisce per gli operatori del settore alimentare uno strumento di gestione delle proprie attività estremamente efficace, soprattutto nell’offerta sul mercato di alimenti più sicuri.
Allo stesso modo, la blockchain offre un importante vantaggio al consumatore finale, che potrà verificare -direttamente e in tempo reale – le informazioni legate alla filiera del prodotto, dall’origine fino al punto vendita, passando per le varie lavorazioni.
La blockchain e la produzione etica del pomodoro
La tecnologia blockchain della Fondazione Felice Chirò è in grado di monitorare e tracciare ogni passo del processo produttivo del pomodoro. Non sfugge perciò un ulteriore momento valoriale riferito al contrasto e alla lotta contro lo sfruttamento del lavoro e nel lavoro, con tutto ciò che esso comporta.
La blockchain rende infatti trasparente il processo di valutazione etica dei comportamenti dell’impresa.
La tecnologia applicata della Fondazione Felice Chirò è in grado di certificare che i produttori di “PELATO IN RETE” aderiscono al sistema di certificazione GlobalGAP GRASP, ossia un modulo basato sulla normativa vigente del lavoro e su aspetti sociali connessi alle attività dei lavoratori in agricoltura.
Dunque, la blockchain della Fondazione Felice Chirò rende pubblica e trasparente la produzione etica del pomodoro, basando e imperniando tutto su prestigiosi e vitali principi valoriali: ridurre i rischi, elevare la reputazione aziendale, soddisfare le esigenze dei consumatori finali, migliorare le relazioni con i trasformatori e distributori, creare condizioni di lavoro sicure e ottimali.